Lezioni da imparare da “Pervert’s guide of political ideology”

Sommario

The pervert’s guide of political ideology è un documentario scritto da Slavoj Žižek, intellettuale sloveno che si occupa di filosofia, sociologia e psicologia e che, in questo film, adotta un approccio eclettico a musica, film, fatti di cronaca ed eventi storici per raccontare come funziona l’ideologia e la psicologia umana. Žižek riesce a scovare l’elemento ideologico in prodotti culturali apparentemente innocui, che spaziano dai blockbuster americani, come ad esempio Lo Squalo o Titanic, a film più di nicchia come La caduta di Berlino e Breve incontro. Attraverso lo stesso criterio, Žižek legge i fatti di cronaca lui contemporanei.

La rivolta di Londra

Tra i fatti di cronaca esaminati da Žižek, uno dei più rilevanti è quello dei disordini di Inghilterra, partiti da Londra, nell’estate del 2011.

Ogni azione violenta, è il segno che c’è qualcosa che non si è in grado di esprimere a parole. Anche la violenza più brutale è la rappresentazione di una certa difficoltà simbolica.

Slavoj Žižek, The pervert’s guide of political ideology

Il 4 agosto 2011, nel quartiere londinese di Tottenham, la polizia ingese colpì a morte il ventinovenne di colore Mark Duggan. Due giorni dopo, i familiari di Mark organizzarono una marcia di protesta pacifica, per chiedere giustizia alla polizia di Tottenham. La tensione tra la comunità nera e le autorità londinesi esplose nei giorni successivi in atti di vandalismo, violenza e incendi.

Un uomo non è solo il prodotto di circostanze oggettive. Abbiamo tutti questo margine di libertà per decidere come rendere soggettive queste circostanze oggettive[…], come reagiamo ad esse costruendo il nostro universo personale. 

Slavoj Žižek, The pervert’s guide of political ideology

Il 2011 era l’anno del double dip dell’eurozona, cioè la seconda caduta dell’economia nel giro di tre anni, dalla crisi dei mutui subprime. Sui media si alternavano due visioni: quella di chi: “c’è la crisi” che diffondeva (fondato) malumore, e quella di chi: “la crisi è solo nella vostra testa” e che, invece, predicava la religione dell’ottimismo senza se e senza ma. 

[…] ascolto attentamente alcune delle dichiarazioni di David Cameron tipo: “Ok, picchiano la gente, bruciano le case, ma la cosa più orribile è che si portano via di tutto senza pagare”. Il peccato più grave che si possa immaginare.

Slavoj Žižek, The pervert’s guide of political ideology

Le immagini di quelle giornate hanno immortalato uno Stato messo a ferro e fuoco dalle proteste e, secondo Žižek, è proprio in quel momento che viene alla luce la pervasività dell’ideologia liberale in Gran Bretagna. I familiari di Mark Duggan erano arrabbiati per la mancanza di lavoro? Gli amici, i parenti le comunità vicine al ragazzo protestavano contro il governo conservatore? Durante periodi di crisi economica, solitamente ci sono proteste contro le istituzioni che perseguono degli obiettivi: alzare i salari, modificare una legge, reclamare un’azione del governo su un tema specifico. I moti di Londra di quei giorni, invece, si caratterizzarono per una violenza estrema: i manifestanti saccheggiavano e incendiavano i negozi.

Anche se abbiamo a che fare con una brutalità apparentemente anti-ideologica, “Voglio solo bruciare le case per prendermi la roba”, questa è il risultato di una costellazione ideologica e sociale molto specifica, dove la grande ideologia, tesa alla giustizia, all’eguaglianza eccetera eccetera, si disintegra. L’unica funzione dell’ideologia è il puro consumismo e non c’è da meravigliarsi delle forme di protesta che ci sono.

Slavoj Žižek, The pervert’s guide of political ideology

Secondo Žižek la violenza nascondeva un senso di impotenza, un’incapacità di dare forma al proprio malessere e al proprio disagio. La rabbia si era impossessata degli amici e dei parenti di Mark Duggan e la loro protesta ha scatenato reazioni che, alla luce dell’ideologia del consumismo, risultano comprensibili: saccheggiare e prendere senza pagare oggetti che, altrimenti, non si sarebbero potuti permettere.

In modo molto limitato, Cameron aveva ragione, non c’era una giustificazione ideologica, era la reazione di gente completamente succube dell’ideologia dominante, priva degli strumenti per capire cosa questa ideologia richieda. È una sorta di agire selvaggio, all’interno dello spazio ideologico del consumismo. 

Slavoj Žižek, The pervert’s guide of political ideology

Incendiare e saccheggiare sono state la forma più immediata e spontanea di protesta scaturita dal movimento che chiedeva giustizia per Mark Duggan. Quelle comunità di uomini e di donne assalirono centri commerciali e negozi per appropriarsi di merci e oggetti senza pagare. Secondo Žižek, questa era una forma di sacrilegio gravissima per l’ideologia conservatrice, la somma eresia.

La lezione da imparare

La tesi di Žižek è che i manifestanti non avevano neanche consapevolezza dell’esistenza del sistema economico-politico che li emargina, li ghettizza e non dà loro la possibilità di rivalsa. Chi si è sentito colpito dall’omicidio di Mark Duggan ha agito nell’alveo di quel sistema, compiendo le azioni più odiose per lo stesso. Se i manifestanti fossero stati a conoscenza della loro condizione avrebbero approfittato per attaccare l’ideologia dominante. Probabilmente, se i manifestanti avessero conosciuto strategie e tecniche della politica, se fossero stati a conoscenza dei modi per articolare il loro malessere, avrebbero potuto utilizzare il singolo episodio per provare a mettere sotto scacco il sistema, o quantomeno mettere in imbarazzo il governo.

La caduta di Berlino

n esempio interessante di propaganda ideologica attraverso i film è quello de La Caduta di Berlino, che secondo Žižek rappresenta egregiamente l’utilizzo di questo strumento da parte di Stalin nel periodo in cui ha diretto la politica dell’Unione Sovietica. 

Prodotto quattro anni dopo la Seconda Guerra Mondiale, il film racconta la storia d’amore tra il lavoratore modello, Aliosha, e la ragazza di cui è segretamente innamorato, Natasha. Aliosha è molto timido, troppo timido per dichiarare il suo amore. Un giorno arriva la svolta, perchè viene chiamato a Mosca per ricevere un premio direttamente dalle mani del compagno Stalin. Durante la visita, infatti, Aliosha confida il suo amore per Natasha e la sua estrema timidezza al leader sovietico che, oltre ad essere a capo di una potenza mondiale, è anche un raffinato conoscitore dell’animo umano, e dispensa al timido ragazzo alcuni preziosi consigli d’amore, rivelandogli dei trucchi per conquistare la sua bella.

Una volta tornato a casa, Aliosha fa tesoro dei consigli di Stalin e si dichiara a Natasha, che ricambia i suoi sentimenti: i due, felici e innamorati, si avviano in un campo di grano, probabilmente a celebrare il neonato amore ma lascena idilliaca viene interrotta dall’arrivo del conflitto rappresentato dai bombardamentiaerei dell’aviazione nazista. I due amanti in fuga sono costretti a dividersi: Natasha viene fatta prigioniera e Aliosha si arruola nell’Armata Rossa per combattere Hitler. I due si perdono nelle vicissitudini della guerra e la narrazione del film prosegue, come da titolo, fino alla caduta di Berlino. 

La scena conclusiva del film vede Stalin atterrare con un aereo in mezzo a una folla festante. Nella moltitudine radunata per celebrare la vittoria contro il nazifascismo ci sono, casualmente, anche Aliosha e Natasha, entrambi sopravvissuti al conflitto. Inizialmente nessuno sa dell’altro, perché entrambi sono presi dal discorso di Stalin; poi, all’improvviso, Natasha nota il suo amato nella folla, i due si reincontrano e si abbracciano emozionati per l’amore ritrovato.

La trama de “La caduta di Berlino” è un valido esempio di come funziona l’ideologia. La storia della coppia è di fatto un artificio per catturare l’attenzione di chi guarda il film mentre il vero messaggio è quello di celebrare la potenza di Stalin. L’amore non solo può sbocciare e prosperare grazie al dittatore sovietico, ma questi ha anche la forza di ricongiungere gli amanti. Grazie alla sapiente guida di Stalin non solo l’Unione Sovietica si può affermare come alfiere contro il nazifascismo, ma può anche essere il luogo in cui sboccia l’amore e si celebrano i nobili sentimenti degli uomini.

La lezione da imparare

A volte la cornice è più importante della storia in sè; il contenuto è un mero gancio per far passare un messaggio ideologico. Nel caso de La caduta di Berlino il contenuto è che tutto avviene grazie a Stalin. Se la sua incolumità è in pericolo, allora l’incolumità di tutti sarà in pericolo. Se si lotta per Stalin, si verrà ricompensati e tutti potranno vivere felici e contenti. Ciò è esattamente quello che avviene ad Aliosha e a Natasha.

La fine del mondo è più probabile di un cambiamento economico?

E’ questa la domanda aperta con cui ci lascia The pervert’s guide of political ideology.

Come mai per noi è più facile immaginare la fine della vita sulla terra con un asteroide che colpisce il pianeta, invece che un modesto cambiamento nel nostro ordine economico? 

Forse è arrivato il tempo di riequilibrare le nostre possibilità e diventare realisti, cominciando a domandare ciò che sembra impossibile in ambito economico. 

Slavoj Žižek, The pervert’s guide of political ideology

L’esplosione di Occupy Wall Street e la Grecia dimostrano le enormi potenzialità per un futuro diverso. Non ci sono garanzie che questo futuro arriverà. Nessun treno della storia sul quale possiamo fare un giro. Dipende da noi, dalla nostra volontà. 

Slavoj Žižek, The pervert’s guide of political ideology

Negli sconvolgimenti rivoluzionari alcuni sogni utopici, accadono, esplodono e anche se il risultato è quello di una vita quotidiana commercializzata, questo eccesso di energia rimane come sogno, non nella realtà, che insegue noi che aspettiamo di essere riscattati. 

Questo è il messaggio finale del documentario di Žižek, dal quale più che imparare una lezione, possiamo trarre ispirazione. Perché è probabilmente vero, più di dieci anni dopo, che per noi è più facile immaginare il collasso del pianeta terra, piuttosto che un cambio del sistema economico. 

Ciò avviene probabilmente perché i nostri sogni sono sempre sogni individuali e non riguardano la dimensione sociale. Non siamo abituati a sognare Arcadia, la regione dell’antica Grecia che era un luogo idilliaco, di vita pastorale, nel quale ci si dedicava ai piaceri della natura e del canto. Ci impegniamo però ad elaborare strategie, e a metterle in pratica per diventare più ricchi, più belli, per comprare una casa più grande e per abitare in una città più accogliente. È raro riuscire a sognare uno scenario idilliaco per sè e per gli altri. 

Forse abbiamo dimenticato le categorie per pensare alle utopie, ma sicuramente consumiamo avidamente consigli, suggerimenti e azioni per realizzare i nostri sogni individuali: basta farsi un giro su un qualsiasi social network. Vuoi diventare più ricco? Ti insegno io come si avvia un’impresa. Vuoi diventare più bello? Adotta questa skincare routine. Vuoi una casa più grande? Ti indichiamo dove e cosa comprare. Vuoi abitare in una città più bella? Te ne elenchiamo dieci con una qualità della vita da favola. 

Per creare nuovi orizzonti, come dice Žižek, dovremmo ricominciare a sognare, coltivare l’idea e accarezzare la fantasia di un mondo diverso, magari più giusto. Fantasticare, forse, può aiutarci a costruire un po’ di distanza tra noi e la realtà che ci schiaccia. Così possiamo scegliere ciò che ci piace e ciò che, invece, vorremmo cambiare.

A volte, questi sogni ci sono e si propagano, com’è avvenuto più di dieci anni fa con la protesta dei cittadini greci contro l’austerity. Queste iniziative non hanno provocato una rivoluzione, ma hanno lasciato dietro di loro una certa energia, che non è andata perduta, almeno secondo Žižek. 

Quando ci facciamo coinvolgere da politiche radicali, non dobbiamo dimenticare quello che disse Walter Benjamin “ogni rivoluzione autentica non è solo diretta versa il futuro, ma riscatta anche le rivoluzioni passate che hanno fallito”. 

Tutti i fantasmi e i morti viventi delle passate rivoluzioni che vagano insoddisfatti troveranno finalmente la loro casa nella nuova libertà.

Slavoj Žižek, The pervert’s guide of political ideology

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di Intelligenza Politica